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Posta Fibreno nella storia

Comuni


La più probabile origine del nome Posta rimane quella del luogo di sosta per animali e pastori in quanto la località era situata lungo i sentieri della transumanza. Il secondo termine del nome è stato aggiunto nel 1877, per evidenziare il fiume Fibreno che scaturisce da Posta.
I più antichi abitanti del territorio postese sono stati i volsci e solo in seguito i sanniti. Dopo la conquista romana erano presenti quattro villaggi e diverse ville rustiche in pianura. In epoca romana venne realizzata un'imponente bonifica della conca sorana, alle cui estremità orientali si pone il territorio postese e, a seguito di un processo di interramento, il lago di Posta si è notevolmente contratto.
Posta è menzionata per la prima volta in una donazione a favore di Montecassino fatta risalire al 970 ma la signoria politica apparteneva ai duchi di Capua i quali, solo nel 1017, la donarono ai monaci cassinesi; i benedettini, nel 1067, permutarono Posta con i de Aquino.
Nel 1157, coinvolta negli scontri fra papato ed impero, venne bruciata da Gregorio de Ceccano. Rimase feudo aquinese fino al Quattrocento quando Vicalvi, centro da cui dipendeva Posta, fu concesso prima ai Cantelmo, per passare poi nelle mani di diversi signori fino a pervenire ai GaIlio. E stato descritto da Giulio Prudenzio nel 1574 come un piccolo borgo noto per i suoi carpioni (trote) e per l'abbondanza della pesca e raffigurato nel secolo XVII in una formella di stucco della Villa La Gallia: in alto si erge una grande fortezza con un'alta torre circondata da poche case senza cinta fortificata, in basso si nota un edificio, forse una delle costruzioni edificate lungo le acque del lago o del fiume.
Posta perse l'autonomia agli inizi dell'Ottocento, e venne associata a Vicalvi a cui rimase legata, malgrado diversi tentativi di rendersi autonoma, fino al 1956 quando, con apposita legge, tornò all'antica autonomia amministrativa. Il terremoto del 1915 distrusse metà del centro urbano e l'emigrazione, durata fino ai più recenti anni Settanta, la spopolò. Attualmente è in atto una forte rivalutazione dell'ambiente naturale con la costituzione dell'oasi del lago di Posta: una valorizzazione delle risorse locali che incentiva il turismo.
Il paese è suddiviso in un centro urbano, posto sopra un'alta collina che strapiomba sul lago, ed in una serie di piccole contrade rurali, alcune delle quali prospicienti il lago.
La chiesa principale di Posta è dedicata all'Assunta: a tre navate, sormontata sulla crociera da un'alta cupola, vi si conserva qualche bella opera d'arte.
Da segnalare, in particolar modo, una pala d'altare del 1608 di Angelo Guerra, pittore anagnino, ed una tela cinquecentesca sull'altare di San Giovanni Battista.
Il rurale Santuario di Santa Maria della Vittoria risale alla fine del Cinquecento e vi si conserva una tela seicentesca della Madonna.

La riserva naturale


Da non molto tempo metà del territorio comunale di Posta è stata inclusa nell'oasi che comprende il lago, la parte superiore del fiume Fibreno ed i terreni circostanti. Lo specchio del lago misura circa 30 ettari, l'area immediatamente vicina è dominata dal canneto, oggi protetto, ma già nelle vicinanze del lago si trovano i primi coltivi i quali si estendono per diverse centinaia di ettari favoriti dall'abbondanza delle acque.
Ancora nel X secolo esistevano due laghi, sfruttati per la pesca, che, a seguito del l'erosione della soglia di demarcazione, si fusero in un solo specchio d'acqua, dando vita ad un bacino a forma di serpente.
Il lago non è altro che un primo raccoglitore delle acque da cui nasce il Fibreno, ma anche lo specchio d'acqua può esserne considerato il padre in quanto nell'invaso non solo si raccolgono le acque delle sorgenti scaglionate lungo il lago per un arco di qualche chilometro, ma alcune stanno sul fondo di uno dei bracci del lago medesimo.
Il lago di Posta è celebre non solo per le acque, i suoi pesci e l'ambiente che si è venuto a costituire, ma anche per una particolarità unica: la cosiddetta "rota" o isola galleggiante, ricordata da Plinio. E un disco di torba sollevato da qualche pressione dell'acqua, coperto da erbe e giunchi, mosso dai venti che ne determinano la direzione.
Il lago di Posta ed il fiume Fibreno sono ricchi di leggende e conosciuti sin dall'antichità: Cicerone rivendica i suoi natali menzionando il Fibreno, il carpione era noto a Plinio il Vecchio.
Per solcare le acque del lago ancora oggi si usa una piccola imbarcazione, la "nave", costruita dagli abitanti del luogo con tavole di quercia, che ha la forma di una piroga; viene mossa da un lungo remo a forma di pala.




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